1947.'48: La situazione si aggrava

Plotone sempre più folto. Le squadre sono divenute 21 perché l'assemblea delle società ha deciso di riammettere la Triestina, retrocessa, considerando che gli alabardati sotto il governo alleato si trovano alle prese con restrizioni d'ogni genere. Trieste italiana era in pericolo e l'opinione pubblica accolse con favore il provvedimento.
Non sarebbe necessario scrivere che in quel campionato il Torino passeggiò, alla lettera. Raggiunse i 65 punti! Un terzetto seguiva in parità al secondo posto, Milan, Juventus e la sorprendente Triestina, ma a distanza abissale dai campioni, fermo cioè a punti 49 Roma 17ma, 35 punti. Lazio 10ma con 39.
Squadra titolare: Risorti, Brunella, Andreoli, Valle, Fusco, Dell'Innocenti, Ferrari, Di Paola, Amadei, Peretti, Pesaola. Riserve: Contin, Puppo, Losi, Schiavetti e dal 27 maggio l'ungherese Szengeller. Allenatore: Senkey, poi Brunella.
Partite vinte 13, pareggiate 9, perdute 18. Gol segnati 54, subìti 69. Capocannoniere: Amadei 19 gol; sarà l'ultima sua stagione in giallorosso.

Il discorso è sempre lo stesso. Pochi soldi, insufficienti gli acquisti.
L'ombra della retrocessione appariva sempre più incombente. La ventilata e poi realizzata partenza di Amadei, che con i suoi gol puntuali riusciva malgrado tutto a tenere a galla la pericolante barcaccia, lasciava presagire il peggio. Va detto ad onore dei tifosi che non abbandonarono mai la squadra facendo registrare un'affluenza nell'ormai vecchio stadio al disopra delle aspettative. Il ventennio della fondazione trovava la Roma in situazione di precarietà come mai prima, malgrado la buona volontà dei dirigenti. All'inizio di stagione Baldassarre aveva preso contatti con dirigenti ungheresi per trattare qualche giocatore di quelli che erano stati ammirati in un incontro tra le due nazionali, a Torino. Ma con i prezzi non si scherzava. Il solito piroscafo carico di «speranzielle» era approdato a Napoli e ne erano sbarcati tipi baffuti che nel loro paese, l'Argentina, non avevano avuto soverchia fortuna. Uno, Bruno Pesaola, proprio lui, era di origine italiana; l'altro, un mediano, Josè Valle, era argentino puro sangue. Un terzo era Osvaldo Peretti. Li troveremo, poco o tanto, in formazione, ma soltanto Pesaola rese in modo adeguato, benché gravi incidenti lo avessero due volte colpito. In compenso costavano poco, in relazione ai prezzi che ormai si andavano praticando per i migliori italiani.
Come si poteva prevedere, l'allenatore Degni uscì presto di scena. Con i danubiani in grande auge, e dopo la prova offerta da Schaffer, Baldassarre seguì la corrente e ingaggiò l'ungherese Senkey che già aveva guidato la Fiorentina. Uomo molto sicuro di sè, deciso a non finire sottovalutato in una squadra che si chiamava Roma ma era tra le ultime, il biondo tecnico si prodigò spronando il presidente ad un acquisto importante nel suo paese. L'uomo che gli sembrava adatto alla Roma era un «regista» e cioè Abel Szengeller, nazionale dell'Uipest. Superfluo dire che in quel periodo di transizione generale gli stranieri avevano una porta spalancata. Il magi aro costò 14 milioni e al ritorno da Buda l'on. Pietro, che aveva preso un'influenza, si mise di corsa a letto. Ovvio malignare che la colpa fosse dei 14 milioni, una tombola per la società. Szengeller offrì ai tifosi due soldi di speranza e alcune belle partite, ma non poteva fare miracoli e declinò rapidamente. La indubbia classe era logorata a 31 anni da un fisico precario.
A marzo il suo allenatore e amico, provato da polemiche anche di stampa sul «metodo» che aborriva e sul «sistema» che aveva imposto alla squadra nel tentativo di raddrizzarla, veniva pregato di concedersi un periodo di riposo. Il sostituto fu pescato in casa, il bravo e serio Brunella. L'ex-granata, fedele romani sta tuttora residente a Roma, debuttò come tecnico il 14.3.1948. Non giocò più fino al 20 giugno. Ma la squadra venne a trovarsi in serissimo pericolo. Brunella tornò in campo nelle ultime tre partite e furono due vittorie e un pareggio, la salvezza per un soffio.

Tratto dal libro AS Roma da Testaccio all'Olimpico (libro edito nel 1977)

 

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